Perché Può Formarsi la Muffa Quando Cambi le Finestre

Perché Può Formarsi la Muffa Quando Cambi le Finestre

Hai mai sentito dire che troppo chiuso fa venire la muffa in casa, o che cambiando le finestre viene la muffa?
Queste affermazioni possono essere più o meno vere, ma vanno contestualizzate.

 
Tieni bene a mente che soprattutto in caso di ristrutturazione invasiva, con migliorie energetiche importanti come un tetto coibentato, un cappotto termico o nuove finestre altamente isolanti, significa cambiare significativamente tutti gli equilibri non visibili che mantenevano la tua casa energeticamente inefficiente, ma asciutta e con un ricambio d’aria costante.
Infatti capita spesso di sentire amici o parenti che si sono ritrovati a combattere con la muffa, nonostante viviamo al mare, con un clima senz’altro favorevole, fatto di inverni miti con temperature spesso primaverili.
 
 
Ciò nonostante, non si può in alcun modo generalizzare, è importantissimo migliorare le nostre abitazioni, riducendo sensibilmente i consumi.
Ce lo chiedono i nostri figli e nipoti a cui dovremmo lasciare in eredità un mondo migliore di quello che abbiamo trovato.
 

Quali sono i parametri numerici da tenere d'occhio per evitare che si formi la muffa

Dobbiamo quindi abbandonare i luoghi comuni e analizzare scientificamente la comparsa della muffa in case nuove o riqualificate energicamente.
La muffa è un fungo, che prolifera in determinate condizioni ambientali specifiche in cui vi sono dei fattori e
numeri di cui tenere conto, quali:
 
  • umidità relativa dell’aria espressa in %;
  •  temperatura dell’ambiente interno;
  • temperatura della superficie su cui si forma la muffa.

Per farti capire meglio cosa intendo, qua sotto trovi una tabella riepilogativa, trovi le temperature di formazione della muffa in base a umidità e temperatura dell’aria interna.

 
 
Perché può formarsi la muffa

I principali motivi per cui si può formarsi la muffa durante la ristrutturazione

Parlando esclusivamente di problemi di muffa vicino alle alle finestre, perché queste sono le mie competenze, le 2 principali cause di proliferazione del fungo sono dovute a:

  • elevata umidità relativa;
  • presenza di ponti termici.
 

Elevata umidità relativa interna

 
È importante, in presenza di problemi di muffa, misurare l’umidità dell’ambiente nel momento o nel periodo in cui si presenta, tenendo d’occhio la percentuale di umidità relativa nell’aria sia nelle ore in cui c’è il riscaldamento acceso che nelle ore in cui il riscaldamento è spento.
 
 

Puoi farlo in maniera “casalinga” con un
comune termoigrometro, monitorandolo
però più volte, anche la notte.

 
 
Oppure in modo professionale con un data logger, che registrerà per te temperature e % di umidità relativa dell’aria.
Una volta collegato al pc ti produrrà un tracciato completo di orari, in modo da valutare se l’aumento di umidità può coincidere con alcune abitudini, ad esempio stendere il bucato in casa.
 
Perché può formarsi la muffa

Per avere un ambiente sano

In casa l’umidità relativa dovrebbe aggirarsi tra 50 e 55%.
Se i lavori edili sono stati da poco ultimati, spesso elevati valori di umidità possono dipendere anche da una non sufficiente asciugatura di intonaci, massetti, pitturazioni etc…
 
Di base laddove abbiamo valori superiori potrebbe crearsi un problema legato all’eccessiva umidità.
In primo luogo è bene chiedersi se viene fatto un ricambio d’aria sufficiente in casa.
 
Per un buon ricambio d’aria basterebbe creare corrente spalancando le finestre, per almeno 5-10 minuti due volte al giorno.
In questa maniera non si raffreddano più di tanto le mura di casa, cosa che accade utilizzando apertura vasistas o micro ventilazioni delle finestre che oltre a muovere volumi di aria ridotti creano un raffreddamento delle superfici murarie.
Ovviamente per fare un buon ricambio d’aria sarebbe opportuno che l’umidità relativa all’esterno sia inferiore a quella all’interno.
Esistono anche macchine da installare in casa, che mantengono per te una umidità costante recuperando il calore, le cosiddette VMC o ventilazioni meccaniche controllate, sempre più di frequente installate in abitazioni ad elevato risparmio energetico, o per risolvere problemi di elevata umidità non risolvibili con il ricambio d’aria dai serramenti.
 

La progettazione dei ponti termici

 
 
I ponti termici derivano essenzialmente da errori costruttivi di progettazione del vano finestra.
Più in semplice sono punti in cui vi è un passaggio di calore dall’interno verso l’esterno e viceversa.
Esistono ponti termici su cui non è possibile intervenire radicalmente, ma su cui sarebbe opportuno lavorare per mitigare il problema.
Un ponte termico su cui non si può intervenire radicalmente è ad esempio un pilastro portante in cemento armato o delle putrelle in ferro con funzione strutturale, che non possono essere rimosse, ma su cui “sarebbe” sempre opportuno lavorare per mitigare il ponte termico.

Poi esistono dei ponti termici che vengono creati da un errata progettazione del vano finestra da parte del tecnico progettista o del serramentista a seconda di chi ha la responsabilità a livello normativo (UNI:10818).
I più comuni sono:

  • controtelai metallici (purtroppo esistono ancora nel 2020);
  • le piane passanti;
  • errata connessione del controtelaio della finestra all’ isolamento murario.
 
Se anche tu hai paura di avere la muffa in casa con il cambio delle finestre, contattaci per valutare il tuo progetto specifico.
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